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DESKTOP D’ARTISTA Trenta Artisti in Quarantena questa mattina ci mostra le opere di Renato Galbusera nel suo studio di Milano. Una ricerca continua quella di Galbusera che, con ombreggiature raffinate, attraversa tematiche forti e complesse, avvalendosi di un tratto definito e preciso. Come l’insieme di opere intitolate TEMPI RINCHIUSI, che lui stesso definisce “Una riflessione sulle tematiche del mio lavoro, la Storia, la memoria, i conflitti, le generazioni, la cronaca: rivissute nel viraggio di un "quasi " bianco e nero e nello spazio che condivido con le opere /apparizioni di Maria Jannelli”.


DESKTOP D’ARTISTA Trenta Artisti in Quarantena questa mattina entriamo nello studio di Maria Jannelli a Milano. Maria Jannelli sta dando vita, in questo particolare momento che stiamo attraversando, a opere che confermano ancora una volta la sua incessante ricerca artistica che, con la delicatezza che le è propria, affronta la figura femminile dandole connotazioni simboliche, come nell’opera “Ognuno faccia la sua parte”, che chiude questa galleria fotografica.


ARTE IN DUE

Carlo Emanuele Bugatti


"Sanno tutto di Pittura e di incisione. Vivono per l’arte, per l’insegnamento e per l’organizzazione di mostre. Con generosità e con lucida follia, in un tempo caratterizzato da egoismi e riflussi nel privato, promuovono e organizzano eventi ed esposizioni qua e là per l’Italia e anche all’esterno.

Qualche anno addietro proprio ARTE INSIEME é stato il titolo di una bella mostra allestita nel Palazzo Cavour a Torino la mostra aveva posto sotto i riflettori i rapporti di lavoro di vita di coppie di celebri artisti nell’Europa della prima metà del Novecento.

La forza dell’unione nel loro caso potenzia l’attivismo creativo, la concentrazione, le identità.

Li accomuna di certo la scelta per l’opera perfetta. Dalle mani di entrambi escono opere, caratterizzate da un’assoluta perfezione formale.

Maria Jannelli è ritrattista di grande forza e di rigore, che nulla concede, neppure al mito più amato.

Quanto forza e rigore anche Renato Galbusera non scherza, frequenta il Novecento italiano come se ne avesse fatto parte, lui che articola agevolmente, in vasti spazi, gli alfabeti del neooquattrocentismo di Casorati e la fame di purezza di Funi e Sironi sarebbe piaciuto all Sarfatti. Una Sarfatti colta nella versione originaria dell’inquieta venere rossa del socialismo."